Le storie dei ragazzi che lasciano gli studi o vivono condizioni di segregazione scolastica – invitati a passare da istituti e indirizzi ritenuti prestigiosi ad altri considerati meno impegnativi -, ricordano che serve prima di tutto creare interesse per l’apprendere. Insegnanti ed educatori dovrebbero mettersi accanto a quei ragazzi. È il desiderio di conoscenza l’energia collaterale indispensabile, altrimenti è come ostinarsi sui rubinetti quando manca l’acqua nell’acquedotto